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L’Iniziativa: Con la Cna alla scoperta dei mestieri della tradizione. Intervista di Franco Basile, dal Resto del Carlino, Pagina IX Cronaca, Giovedì 9Febbraio 2006.

L’Artista. Gli strumenti che Marco Casagrande usa sono contenuti in un armadietto pieno di cassetti e cassettini che è lo stesso che usava suo padre Tigrino. Del suo lavoro spiega che “permette di lavorare per i sentimenti”.

 

Camminano lentamente, esaminano una cartina dove è tracciato il reticolo del centro, piegano di 45 gradi e spingono l’occhio fin sulla sommità degli Asinelli. Tra le cose del passato viene spontaneo ai turisti l’esercizio della suggestione.
La città nascosta è per pochi, bisogna conoscerne le pieghe per rintracciare angoli che sono un lungo resoconto del tempo come le vecchie botteghe degli orafi, dei restauratori , dei battitori di ferro, dei liutai.
Chi visita Bologna legge le cose sugli opuscoli, magari approfondisce certe scritture immergendosi nel clima di una chiesa o seguendo indicazioni incise su lapidi che sono un pietroso rimbalzo tra memoria e presente.
Soprattutto, indugia a lungo sotto le torri arrampicando la vista lungo il cotto, quella parete di mattoni incupiti dalle ombre della sera o esaltati da un tramonto che ne accentua il vermiglio della trama.
Da una torre all’altra la vista si sposta come in un ping pong dello stupore.
La geografia della cultura manuale è sensibilmente mutata.
Una volta molte strade del centro erano connesse ai mestieri , allo svolgersi di attività praticate dai maestri che si tramandavano idee e segreti di generazione in generazione.
C’erano strade dove operavano orefici, calzolai, tessitori, dove si facevano spade e coltelli.
C’erano punti con insegne che indicavano la via a chi non sapeva leggere, tipo grossi pesci in arenaria (via dal Luzzo), castellate dove si trovavano osterie e locande, disegni arborei su lastroni all’altezza di spezierie. Molti di questi angoli sono scomparsi, di alcuni sono rimasti i nomi e quindi rimpiazzati da banche, pizzerie, ristoranti esotici e agenzie immobiliari.
Sotto l’Asinelli è stato istituito un punto di riferimento per l’artigianato, una vetrina aperta non solo al ricordo ma anche e in particolare a chi ancora opera nel settore della manualità artistica.
Qui, a rotazione, espongono le loro creazioni ceramisti, orafi, restauratori, incisori, molti dei quali sono riusciti a rimanere nel centro storico , come Marco Casagrande, figlio di Tigrino, orafo per amore di qualcosa che – riportiamo parole sue – “permette di lavorare per i sentimenti”.
Niente di seriale in una manualità destinata solo alla personalizzazione e alla creazione di un numero incredibile di gioielli.
I Casagrande hanno il laboratorio nell’ex Ghetto ebraico. Dal 1937 e fino a qualche anno fa avevano operato in vicolo Ranocchi, da dove se ne sono dovuti andare per motivi contrattuali e anche perché un giorno il soffitto cedette proprio sulla testa di Marco. Una volta sola quando ancora non c’era la luce elettrica, gli ambienti di lavoro erano situati il più in alto possibile.
Dalle finestre dell’antico vicolo si potevano inquadrare tre punti: la facciata dell’Albergo del Sole, un cortile interno e uno spicchio della Chiesa della Vita e, mettendosi un po’ di traverso le Due Torri. Ora,nell’ex Ghetto, visioni e ricordi lasciano via libera a sensazioni che non intralciano il percorso della creatività. Da vicolo Ranocchi l’eco del tempo si protrae nelle cose che Marco si è portato dietro. Un armadietto con cassetti e cassettini per pietre e legnetti fossili, un banco circolare per tre persone, materiale vario tra cui occhiali per la chirurgia ottimi per cesellare, una sorta di maschera con lenti che permettono all’orafo di ripercorrere le venature della materia e alla madre Giovanna,novantatreenne, di leggere il giornale.

Marco Casagrande
con sua Madre Giovanna (93 anni).
 
L' INIZIATIVA

Con la Cna alla scoperta dei mestieri della tradizione. Libero accesso a una quarantina di laboratori di maestri artigiani grazie ad una iniziativa della Cna in collaborazione con Camera di Commercio, Assessorato al Commercio e Carisbo. L’iniziativa è “Mestieri delle Arti” e prevede fino alla prossima primavera visite guidate in botteghe storiche. Le visite sono gratuite, durano due ore e sono organizzate per 10 persone. Si concludono sotto la Torre degli Asinelli dove ha sede l’ArtigianArte e dove , in sequenza variegata, vengono esposti manufatti di diversi artigiani. Le visite possono essere prenotate all’Emporio della Cultura di piazza Maggiore (tel. 051.2735501) tutti i giorni dalle 12 alle 19.


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1.
Con la Cna alla scoperta dei mestieri della tradizione. Marco Casagrande: Un Orafo per amore con mani da chirurgo. Intervista di Franco Basile, dal Resto del Carlino, Pagina IX Cronaca, Giovedì 9Febbraio 2006.
2. Antiche tecniche di mestieri moderni. Quando il regno vegetale entra in oreficeria. Intervista all’orafo Marco Casagrande. Quotidiano: Bologna Artigianato e piccola impresa dell'Emilia Romagna. CNA n° 227 del 5/12/2004
3. Gli Artigiani artisti in Piazza Ravegnana. Seconda edizione di : Le Arti per Via. 16 maggio, 20 giugno, 11 luglio, 19 settembre 2004. Tratto da: "Bologna Artigianato e piccola impresa dell'Emilia Romagna n° 126 del 7 Giugno 2004".
4. Il maestro che progetta i gioielli. L'esperienza sotto le Due Torri . Su Mambo - Rassegna Stampa, Articolo di Simone Giglioli, in: A B C - L'Impresa, di Martedì 10 Marzo 2004, p. 9.
5. La Sfida verso una Città Creativa - Ammirando una Città in cui l'industria e la Cultura sono Vive. Autore: Prof. Masayuki Sasaki Editore: Iwanami S.P.A, Tokyo 28 Giugno 2001 <pp.45 - 48>

6. Marco Casagrande, un uomo d'oro. di Hélène Blingnaut. Tratto da: Soprattutto, la Rivista del Week End, anno 3, n° 30, dal 30 Luglio al 5 Agosto 1999, p. 65.

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