Nata all’inizio
del ‘900 questa impresa è stata rilevata nel 1837
da Tigrino Casagrande, che già vi operava dal 1917. Dal
1963 le redini dell’azienda sono passate in mano ai figli
Carla e Marco. Benché fortemente indirizzata alla creazione
di gioielli personalizzati questa piccola realtà bolognese
ha come clienti anche enti locali, musei ed università.
Formato professionalmente dal padre Tigrino, Marco Casagrande
ci racconta il suo modo ricondurre questa azienda nella quale
sono tre le persone impiegate.
Come
distingue una piccola realtà artigiana come la sua da
una che opera a livello Industriale , al di là del volume
di affari?
Occorre prima precisare che entrambe hanno come finalità
il profitto, incentivo fondamentale per chi vuole svolgere una
qualsiasi attività. Detto questo posso dire che una impresa
come la nostra
punta esclusivamente su quello derivante dalla creazione del
nostro prodotto,mentre quella più grande cerca riottenere
una rendita anche dal mercato finanziario. Il nostro è
quindi un modo di lavorare all’antica, e questo implica
un forte legame con la clientela e una conseguente produzione
personalizzata, cosa che non è possibile in realtà
più grandi.
Come
piccolo imprenditore quale crede che siano le caratteristiche
che che debba avere una persona per dare vita a a una propria
azienda artigiana?
Innanzitutto, è necessario avere un capitale proprio,
anche perché spesso le banche non sostengono adeguatamente
le imprese nascenti. E’ inoltre fondamentale l’esperienza.
Oggi molti neo imprenditori si buttano sul mercato immediatamente
dopo aver frequentato qualche corso , senza disporre delle sufficienti
conoscenze per farlo. Problema questo che si manifesta particolarmente
nei casi di trasferimenti delle aziende, nei quali il nuovo
corso dell’impresa viene portato avanti senza che si avvalga
di figure fondamentali come quella del vecchio artigiano la
cui esperienza aiuta quello giovane a dotarsi della giusta professionalità.
La
vostra è una impresa portata avanti da tre persone, non
avete la tentazione di crescere?
Data la nostra scelta di essere a stretto contatto
con il cliente, abbiamo preferito operare al centro della città,
dove gli spazi sono ovviamente più limitati o costosi
rispetto a quelli delle aree artigianali. Quando la situazione
lo consente esternalizziamo alcune fasi della lavorazione. Rinunciare
alla crescita dimensionale significa ricerca di un miglioramento
del nostro modo di operare. Utilizziamo gli attrezzi migliori
e stiamo sviluppando anche la progettazione e la creazione di
prototipi al computer, nonché la presentazione e la vendita
on line di apposite linee di gioielli.
I
vostri sono prodotti di nicchia. Visto il cattivo stato dell’economia
avete notato dei mutamenti o delle valutazioni quantitative
nelle richieste dei vostri clienti?
Per quanto ci riguarda la richiesta non è
calata quantitativamente. Essendo però calate le risorse
a disposizione della gente, in questo momento si preferisce
acquistare prodotti più economici, di piccola serie.
Il Natale come festa dei doni è cambiato molto in questi
ultimi anni, forse perché concomitante con diverse scadenze.
Queste cose si fanno sentire per un mercato di nicchia come
il nostro. Ma già ora si nota un certo miglioramento
nel livello delle richieste e conseguentemente degli affari.
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